Il suo processo creativo indaga su l’influenza esercitata dall’ambiente visivo e culturale, la sua metamorfosi e la relazione empatica tra l’uomo e natura.
Si interroga, decodifica le immagini, si appropria della loro essenza, le riduce all’essenziale, incontra se stessa. L’istante viene catturato, la pennellata la trascina nel profondo, in una dimensione nuova, nella quiete assordante, per sconfinare nel suo spazio interiore.
La delicatezza del gesto, la porta al raggiungimento di un dialogo tra l’opera, il suo pensiero, lo spettatore. Il disegno e l’acquerello permettono all’artista Francesca Romana Tessadri di esprimere la sua creatività, una forte sensibilità le consente di percepire le controverse realtà sociali ed umane che la circondano, le esplora nei sui lavori.
La sua ricerca si focalizza sulla fragilità, la identifica nella superficie della carta. La utilizza come principale supporto per esprimersi che le consente di oltrepassare lo spazio, di identificare il confine della fragilità, di sperimentarne il suo limite attraverso i suoi interventi. La carta la straccia, la brucia, la piega secondo le sue esigenze, nonostante tutto resta sempre una materia in continua evoluzione, fragile, viva. La fragilità è ovunque nell’ecosistema, nella società che nega la parola fragile, è sinonimo di debolezza, è destabilizzante, crea un confine, un limite.
E’ affascinata dal mutamento che avviene dal contatto del colore con l’acqua nell’atto del dipingere, dalla trasformazione della superficie del mare che si rigenera con ogni onda che si infrange sulla spiaggia. L’ultima serie creata, riflette un periodo di isolamento, un tempo sospeso, che rende vulnerabili, fragili. Testimonia e cattura il mutamento, il senso di vuoto.
Analizza la necessaria alternanza dinamica tra vuoto e pieno, non esiste l’uno senza l’altro. L’indaco le permette di esprimere, rendere visibile e tangibile la profondità immateriale ed il suo raggiungimento. “Non posso e non ho dubbi, l’idea si materializza. Quando dipingo non guardo, colgo l’essenza. Osservo e catturo il mutamento, per riconnettermi con esso”.
Vincenzo Brandi
L’artista plastico multidisciplinare e scrittore Brandi Vincenzo rivela nelle sue opere una ricerca ed una riflessione dal forte impatto filosofico, sul rapporto tra l’uomo e le varie realtà sociali che lo circonda.
Questa esperienza cognitiva modifica la sua interiorità e di volta in volta la esprime attraverso espressioni d‘arte diverse, come il dialogo tra il pensiero dell’estremo Oriente e quello Occidentale. La sua ricerca ha un impulso verso il linguaggio pittorico e filosofico orientale e si è focalizzata attualmente nell’analisi del vuoto della società odierna, esplorando i suoi aspetti più inaccessibili, scrivendo un suo piccolo saggio intitolato vivere il vuoto.
“Quello che mi colpisce nell’osservare questa realtà è l’interiorità stessa del suo esistere è che essa racchiude in se una forza interiore enorme, Io non cerco di annullare la presenza del vuoto, di negarlo ma al contrario cerco di mostrare la sua pienezza. Il vuoto per me diviene una immagine ben definita, ed è una presenza necessaria per costruire l’identità delle mie opere. Il vuoto mi travolge, ascolto il suo spazio vitale, lo scolpisco, lo modello, lo graffio, lo incido in ogni sua forma dalla più piccola alla più dominante.”
Crea opere astratte e figurative non vi è improvvisazione, ma un'attenta riflessione degli spazi, forme essenziali pure ed ordinate. Una continua ricerca dell'ordine e del controllo dello spazio, generando strutture per sublimare ragione e sentimento con forme come il quadrato che rappresenta la pace e la calma o il cerchio dove suggerisce la spiritualità.
Nelle sue opere si creano una vitalità complessa dello spazio che esiste dentro e intorno ad esse, creando una tensione tra il visibile e l’invisibile, tra materia e l’immaterialità.
Sulla sua tavolozza troviamo il bianco il colore del silenzio primordiale, il nero lo spazio assoluto prima dell’origine, l’indaco simbolo di spiritualità, che guarda con occhio critico la realtà che ci circonda.
2020 Intimità di un segno, acquerello con indaco su carta fabriano 50 x 50 cm
2020 Ambivalenza di un'identità, acrilico su carta Fabriano 50 x 50 cm