Presence Absence Il Progetto Presenza /Assenza, nasce da una ricerca lunga e complessa e dalla riflessione di queste due parole ; analizzate, ci hanno spinto ad approfondire l’argomento e creare questa esposizione. Ci siamo interrogati sul confine tra Presenza / Assenza . In esse vivono elementi complementari, dinamici come il concetto del vuoto, del silenzio, della memoria e del tempo. Brandi e Tessadri attraverso gli oggetti, i disegni, le opere che hanno creato mostrano come la presenza ed l’assenza, il pieno ed il vuoto, il visibile ed l’impercettibile,costituiscono il respiro vitale che anima l’esposizione. Attraverso le nostre diverse sensibilità artistiche, dopo alcune ricerche preliminari, utilizzandio il nostro personale linguaggio artistico, abbiamo esplorato questi concetti, definendo nuovi teritori creativi per noi inesplorati. Ci immergiamo in un esperienza intima ed umana,sperimentiamo e riflettiamo sulla scelta di mezzi espressivi . Il progetto ha iniziato a prendere forma dal ritrovamento di documenti e vecchie foto impregnate di una realtà assente, invisibile e silenziosa. Frammenti di storie della vita del nonno di Brandi Vincenzo, che come tanti altri emigranti, racconta l’emigrazione in Belgio del 1948, dove andò a lavorare come minatore di fondo, nella miniera di Esperance et Bonne Fortune Montagne ( Liege ) . Le foto diventano oggetti che indicano presenze, testimonianze di esistenze passate, traccie di memorie ( assenze ) da ripercorrere ed interpretare per rendere visibile gli assenti . La rappresentazione di una figura in foto si identifica come presenza, traccia tangibile ed emotiva. L’assenza è data dall’assenza dell’imagine, dalla sua non presenza. Abbiamo avuto l’occasione di posare lo sguardo sulle esperienze di vita di quest’uomo coraggioso, che ha lavorato nelle miniere Belghe nella speranza di trovare una vita migliore sia per se stesso che per la sua famiglia . Ci siamo resi conto che un “ file rouge “ collega le migrazioni di oggi con quele del passato. Ci sono molti aspetti della sua vita che ci hanno fatto riflettere sulla dura realtà dell’emigrazione. Le foto ritrovate sono state lo spunto ed il filo conduttore che ci ha permesso di lavorare e poter far percepire la tematica della Presenza / Assenza, mostrando le nostre tracce di memoria. Queste fotografie sono singole identità sbiadite dal tempo che seguono un unico percorso, dialoghi sottili tra nero e luce. L’assenza è suggerita da frammenti di memoria, da ricordi, dall'assenza dell’immagine o dall'astrazione, dal silenzio. Si crea un trasparente confine tra Presenza / Assenza . Questi concetti sono espressi da Brandi attraverso il carbone, elemento vitale nella presentazione dell’esposizione. Tutto sembra nero, ma non è un nero qualsiasi . Neri erano i corpi dei minatori ricoperti di finissima polvere nera. Il nero è energia, lotta, sudore, fatica, pericolo ai quali il minatore è stato sempre esposto nell'esecuzione del suo lavoro giornaliero. Il nero, il colore del vuoto, fa posto alla presenza. I dipinti monocromatici di Brandi Vincenzo, gli oggetti presentati all'esposizione, sono entità che racchiudono la presenza ed l’assenza. Si crea un ambiguità tra soggetto ed oggetto, una foto diviene l’oggetto che racchiude la sua presenza ma anche la sua assenza . Sono tracce di presenze, carbone modellato, racchiuso in uno spazio trasparente, testimonianze di un periodo, di un tempo, sono identità non anonime, distinte. L’assenza nella rappresentazione umana si materializza nel carbone estratto dall'uomo durante una dura giornata di lavoro. L’uomo, un’identità assente costruita e simboleggiata da Brandi con forme modellate che relazionano la presenza e l’assenza . Le sculture in plexiglass identificano, delineano, delimitano lo spazio della presenza e dell’assenza dell’uomo. Vuoto e pieno entrano in relazione. Lo spazio racchiude il tempo diventa la narrazione del tempo del nonno di Brandi e di tutti i minatori. Le sculture di Brandi sono scatole che racchiudono suggeriscono la presenza umana, tracce della loro esistenza. Francesca Romana Tessadri utilizza vari media, percorsi e procedure per esprimersi. Il suo supporto privilegiato è la carta, che piega, brucia, spacca, copre e graffia. Sperimenta la carta come una specie di pelle che assorbe l' acquerello. I suoi tratti leggeri, a volte incisivi, raccontano delle fragilità umane impalpabili, si avvicina alla trasparenza dei supporti, dove i pigmenti e gli strumenti utilizzati le permettono di creare uno spazio, una sorta di assenza da cui l'artista cerca di estrarre ciò che si trova sepolto . Francesca Romana Tessadri si serve di ombre e trasparenze, che si sovrappongono, a volte si affiancano, fanno sentire la loro presenza attraverso segni incisivi e decisi. Le presenze e le assenze emergono e si dissolvono, si alternano al vuoto ed al pieno, al bianco ed al nero. Indaga ed esplora le linee nello spazio, linee del corpo di uomini che hanno lavorato nelle miniere.